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L'autrice Giovanna De Minico sviluppa l'idea di fondo, già affermata in precedenti scritti, che sia il legislatore sovranazionale a orientare la tecnica, la quale di per sé non tende al bene comune. Due le filosofie regolatorie a confronto. La prima, nel lasciar andare le cose per il loro verso, consegna la tecnica alla self-regulation degli imprenditori digitali: si produrranno così regole negoziali con effetti vincolanti anche verso i terzi, benché dirette a rafforzare solo la dominanza delle autorità private della rete. La seconda filosofia, invece, affida la tecnica all'eteronomia la quale, modellandola sulle esigenze della persona, offrirà a quest'ultima occasioni di crescita, di presenza e quindi di effettiva partecipazione politica nei nuovi scenari democratici. L'autrice coglie la novità di Internet non solo nei modelli regolatori, ma in ogni categoria giuridica: dal modo di essere dei diritti all'identità del regolatore, inevitabilmente pubblico-privato. Cadono i vecchi archetipi e si dubita che sia necessario disegnarne di nuovi, che rischierebbero di soffocare una realtà giuridico-economica in divenire. Il metodo bottom to the top è alla base della dialettica tra le libertà e il potere costituito e va verso la ricerca di una misura di equilibrio che sappia cogliere luci e ombre della rivoluzione digitale del nostro tempo. Presentazione di Cheli Enzo.